EPITOMA FVTVRI$MO CAELE$TE ita/eng

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EPITOMA FVTVRI$MO CÆLE$TE


 

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EPITOMA FVTVRI$MO CÆLE$TE

 

Sono nato a Milano il 19 agosto del 1970. All’età di 13 anni mi innamorai follemente di ciò che il mondo chiamava Arte dei Graffiti, non ricordo il giorno esatto ma posso dire che da quel preciso istante iniziò la mia vita, la vita di FLYCAT.

 

 

Dipingo, progetto, assemblo, ritaglio, incollo, metto in prosa, ma essenzialmente ciò che faccio è ‘scrivere’. Scrivere, per me è la perfetta coniugazione alchemica fra tre elementi principali: Tradizione, Passione, Fvtvro. Scrivere è la mia Liturgia. Sono portavoce ufficiale di un Movimento artistico conosciuto con il nome di Panzerismo Ikonoklasta e Futurismo Gotico, creato nella Nuova Gotham nel 1979 dal Gran Maestro RAMM:∑LL:Z∑∑ (1960-2010). Il 20 febbraio del 2010 divenni suo discepolo e fui nominato, con il grado di “Y-1”, difensore della 25esima lettera. Il mio compito è di operare sulle 26 Lettere che compongono Il Nuovo Alfabeto Latino Romano dal quale si è poi generato l’Alphabetvm Cæle$te.

 

 

La filosofia del Panzerismo Ikonoklasta e del Futurismo Gotico si fonda sull’idea della transizione dall’era ‘ornamentale’ della scrittura (iniziata con le miniature medievali) a quella ‘armamentale’: le Lettere vengono armate di missili per liberarsi dalla prigionia durata più di 4 secoli imposta loro dai caratteri mobili-immobili della stampa, le Lettere trovano nuova vita sulle 'pagine rotanti' di una nuova tipologia di codice, quello della rete dei trasporti metropolitani, è qui che la tradizione sposa la modernizzazione ed il concetto futurista. Le Lettere armate di missili corrono sui vagoni della metropolitana.

 

Partendo dall'idea di lettera come entità autonoma liberata, la mia ricerca ha proseguito attraverso un personale approccio spingendosi verso altri confini.

 

DIO creò il Firmamento e decise di comporre il primo foglio parlante sull'ottava delle nove sfere della volta celeste, dinanzi all’Empireo, il Codex Primvs, creando le proprie Lettere da quel rosario di stelle donando all'uomo le proprie 3 armi-elementi-forma da cui vennero plasmate gli

Elementi-Lettera:

 

1) La cuspide che formerà la freccia per poter dare corpo alle sue Litteræ-$ignvm a cui successivamente venne attributo l'errato nome di 'cuneiforme' per descrivere la scrittura sviluppatasi nel Vicino Oriente Antico; con la Nuova Riforma $crittoria Cæle$te viene decretato il termine “cuspiforme”.

 

Chiamata anche ∆ Delta, l’Assoluto nella sua completezza, emblema del principio costruttivo di tutti gli organismi, triangolo di Salomone, il verbo perfetto poiché suppone un principio intelligente, principio parlante e principio parlato; colui che per mezzo della parola (lettera) crea un terzo se stesso. Trinità di tutte le cose, il mistero fondamentale dell’iniziazione intellettuale.

 

La gelosia.

 

In qualità di simbolo sacro, la cuspide “freccia”, diede origine alla pratica divinatoria della “Belomanzia”, attraverso l’uso della freccia si generava un rito propiziatorio prima di intraprendere qualsiasi azione bellica.

 

Un ulteriore valore si rivela nell'analogia simbolica tra la freccia-lancia derivata dalla cuspide con il simbolo paleocristiano della palma, simbolo di vittoria e di trionfo. Plinio attesta che fu consegnata a Roma per la prima volta nel 586 a.C. dopo una vittoriosa battaglia. I Cristiani tracciarono la palma sui sepolcri per indicare le vittorie riportate dai defunti, in particolare dai martiri (Dis Manibvs), che, per la loro fede sacrificarono la vita, ad essi Tertulliano dedica nel suo “Apologeticvm”, AP 7,9: “Spetta in modo speciale l’onore della palma”.

 

2) Il $ator o quadrato (rigore, difesa): "CLAV$TRVM $INE ARMARIO E$T QVA$I CA$TRVM $INE ARMAMENTARIO"

 

3) Il Clipevs o cerchio (difensiva), simbolo per il paradiso, il cielo, la forma perfetta per eccellenza, il Sole, astro luminoso biblicamente creato al principio perché presiedesse il giorno, dissipa le tenebre e illumina le intelligenze; la Luna, appare nel quarto giorno designata a presiedere la notte e per far distinguere i tempi, è l'immaginazione che adorna le idee.

 

Dal Neolitico si svilupperanno la simbologia dei segni zodiacali da cui le prime lettere ieratiche cosmiche: la O, il simbolo della spirale, la lettera M.

 

L’uomo in principio non poté leggere dall'enigmatico abbecedario cosmico. Alla sua Origine il segno scrittorio procedeva seguendo una multi direzionalità secondo un anti-regola come lo stesso ragionamento da cui era emerso, tracciati irregolari generando una propria linearità stratificata, la scrittura proseguì poi seguendo un ordinamento sacrale imposto direttamente dal suo Creatore che venne chiamato ‘bustrofedico’ ossia il tracciato percorso dall'aratro trainato dal bue (elemento-lettera: Aleph) che semina la Terra sua stessa generatrice.

 

Le diverse direzioni della Scrittura segnalano un preciso comportamento con motivazioni di ordine psichico e mentale. La stesura dei grafemi nella sua espressione simbolica viene sottoposta alla forza di quattro fondamentali vettori: alto-basso, sinistra-destra. Lo 'scriptor' a seconda della propria storia personale in rapporto con l'esterno, frutto di una combinazione biologica e culturale proietta attraverso i propri elementi-lettera se stesso, occupando e privilegiando nello spazio scrittorio quelle aree: alto-basso e sinistra-destra.

 

La sinistra, significato simbolico del principio, l’Io, l'origine, il passato, la tradizione, la famiglia; appartiene alle scritture proto-cananee (proto-dinastiche), "grafie con direzione sinistrorsa ", sottolineano la tendenza a ritornare all'origine, a valori passati, ad aspetti meditativi .

 

La destra, assume al contrario, i significati simbolici del Tu, del futuro, del mondo esterno, degli altri, l’ignoto; è caratteristica del mondo occidentale la grafia con direzione destrorsa ossia verso l'esterno, l'espandersi, l'irradiare amore, la conquista, il dominio, il potere.

 

Questo riguarda la tendenza generale della narrazione, ma nel gesto scrittorio coesistono movimenti sia verso destra che verso sinistra, dal basso verso l'alto e viceversa che nella loro alternanza determinano ad esempio la presenza di forme curve e ampie, di tracciati centrifughi o centripeti, la creazione del quadrato, del cerchio e del triangolo-cuspide entro quali forme si genereranno le coordinate degli elementi-lettera.

 

I popoli conoscevano la coesione attraverso la scrittura, quel tempo ebbe breve vita.

 

All’origine, prima che la distruzione babelica ebbe atto, una era la lingua ed una era la scrittura affidataci dal Cosmo.

 

Una volta compiuta la profezia e abbattuta la Torre le Lettere si mischiarono nelle forme e nei suoni.

 

“Potrete scagliare le vostre frecce dalla Torre di Babele ma non potranno uccidere DIO”.

En Sabah Nur.

 

La freccia deve obbedire alla lettera, è la freccia che segue la lettera. L'elemento-arma-freccia é impiegata in modalità 'tiro diretto', per questa ragione che una composizione non può concedere un utilizzo sregolato di questo suo elemento, ne destabilizzerebbe l’equilibrio della lettera stessa e di tutta l’intera formazione scrittoria.

 

Una storia tramanda che l’alfabeto prese forma con una dichiarazione di guerra, nel punto di incontro tra il cuneiforme (cuspiforme) assiro-babilonese e i geroglifici egizi ad opera degli scriba (Thot, conosciuto come l’inventore dei geroglifici; questi, chiamati: medu-neter, le parole di DIO, perché rendono visibile ciò che non lo è), come risultato del conflitto egizio-ebraico derivato dalla volontà degli ebrei di rispettare un comandamento mosaico, dal primo decalogo biblico: ‘Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose. (Esodo 20, 2, 3)’.

 

L’uomo circoscrivendone i confini, decretò che il sacro simbolo-logos potesse solamente percorrere una delle due direzioni, così rivolgendo la cuspide del Sagittario verso Oriente la dove splende Venere e sorge il Sole o verso Occidente ove la Luna vi riposa.

 

Quei grafemi un tempo scritti dal basso verso l’alto alla fine del protodinastico effettuano una rotazione di 90°gradi appoggiandosi su di un lato, esempio lo è la: E “He”, o sui 180° la A "Aleph".

 

 Dall' Enuma Elish, il testo assiro-babilonese sulla Creazione, 2° millennio a.C.: "Quando nell'alto il Cielo non aveva ancora un nome e la Terra in basso non era ancora stata chiamata con il suo nome", e ancora, "Quando nessun astro era ancora visibile, nessuno aveva un nome, quando i destini non erano ancora stati stabiliti, quindi gli astri sono stati resi visibili in mezzo del cielo"

 

Fu così che dall'oscurità delle notti giunsero voci e ognuna delle costellazioni acquisì il proprio segno ed il suo suono, che si tradusse in nome con il quale l'uomo fu in grado di riconoscerla e chiamarla.

 

La presenza di figure celesti conferma l’esistenza di immagini senza corpi, inaugurando il pensiero simbolico, trasmutando le stelle, quelle conoscenze astrali in glifi, lettere alfabetiche Cӕle$ti dallo strato siderale; si narra di epopee, favole, battaglie e bugie, di combattenti e prigionieri, ma non occulte sentenze di un cielo analfabeta. Non siamo noi a scorgerle nei cieli, sono loro se gliene diamo occasione che si rivelano a noi, presenti nella memoria delle generazioni in attesa che si levi lo sguardo al buio della notte e si affidi a loro un nome.

 L’Alfabeto Cӕle$te siderale attesta che la memoria del segno non si perde nell'oscurità della morte, ma affiora fedele nell'immaginario del ‘Dubsar’ (demiurgo scriba), riflesso degli infiniti sentieri del cielo.

 

Le coordinate delle Lettere furono stabilite dalla mano divina, non dall'azzardo dell’uomo, cosa quindi che le fa convenire e concordare con i corpi celesti.

Le Lettere illuminatesi alla luce, in terre diverse ma sotto la stessa volta celeste. La loro genesi risiede nell'alto dei cieli, non è nelle profondità della terra come hanno cercato di inculcarci chiamando la Nostra una ‘sotto-cultura’, ma sarà proprio da quelle stesse viscere che riemergeranno, da quello stesso ‘Inferno’. Nell'era paleocristiana le catacombe scavate nelle profondità della roccia, definite dai pagani con il nome di NECROPOLI, città dei morti, non erano un luogo di fuga, ma il luogo di attesa della Resurrezione, il "dies natalis". Non lasciamo quindi che la sedicente ‘Intelligentia dell’arte’ prosegua nel demonizzare il potere delle Lettere. L’origine degli alfabeti ha radici celesti e armi terrene che esprimono forme diverse e una solida struttura generativa.

 

Nella mitologia greca arcaica la creazione delle Lettere è affidata alla figura mortale di Cadmo, le lettere “ ∆ alfa, Ω omega...” designano ‘se stesse’ confermando il loro potere e valore fonetico per ogni singolo elemento. Le parole semitiche come “bue: Aleph, cammello: Gimel” possiedono significato offrendo il loro acronimo alla lettura, mentre nel coevo alfabeto etrusco da cui si genererà formalmente il Latino-Romano le lettere assumono significato divino divenendo acronimi di divinità, quali: Aplu (A): Apollo, Cupra (C): Venere, Fuflun ( Γ gamma) Dionisio.

 

Caso a sé stante il Tau (Crvx commi$$a nell'Alfabeto Cæle$te), ultima lettera dell'alfabeto ebraico,  rappresentava il compimento dell'intera parola rivelata di Dio, adottato dai cristiani per il duplice motivo di essere la profezia dell’ultimo giorno e quindi la stessa funzione della lettera greca Omega come dall'Apocalisse di Giovanni(1,8) .

 

L’uomo così diede suono alle Lettere adottando il principio della acronimia, pronunciandone di ogni ‘parola’ la sola lettera iniziale.

 

Il suono si riveste della sua armatura-forma originaria: la lettera, come manifestazione del visibile nell’invisibile ora possiede un nuovo valore mistico. L’Alfabeto Cæle$te è sia forma che suono.

 

La Lettera è ora 'oracolo divinatorio'.

 

Il suono prima della materia, gli Dei attraverso le lettere galattiche sacrificano i loro corpi sonori per conferire esistenza ed eleganza al mondo. Questo passaggio ebbe luogo quando la Luna prestò il suo volto alle vergini umane, quando il Sole rappresentò DIO. Nel vangelo giovanneo “All'inizio era la parola...tutto è stato fatto per mezzo di lei...”

 

L’espressione figurativa cristiana o giudeo-cristiana del primo secolo era condizionata dal divieto mosaico delle immagini. La primissima forma di comunicazione simbolica cristiana è stata quindi il segno, il crittogramma, il numero, le lettere o semplicemente il simbolo.

 

Le raffigurazioni del crocefisso appaiono solo nel IV secolo, quando la pena della crocifissione viene eliminata e invalidata la proibizione mosaica dell’immagine (inizio nuova fase di opposizione organizzata alla LITTERA).

 

Il Fvtvri$mo Cæle$te non riconosce il decreto attuato in seguito al concilio di Nicea del 325 d.C. che sancendo definitivamente la duplice natura divina e umana di Cristo: "il Verbo si è incarnato in un uomo, Dio si fa uomo e si rende visibile in fattezze umane”, stabilì che divenissero figurativamente rappresentabili.

 

A partire dal sec.III al sec.IV e V, le catacombe si rivestono interamente di affreschi con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, immagini di Cristo, dei martiri e con immagini simboliche.

 

Una eccessiva pittografia fu destinata a descrivere oggetti e animali. La spiritualità permeò gli elementi della scrittura “Vinča” proveniente dai Balcani (5500 a.C.), più tardi prese forma la sillabica lineare con il cuneiforme (cuspiforme), trasferendosi nell’eloquenza fenicia, ancora nell'eleganza greca, passando per la rappresentazione etrusca, giungere poi alla rigorosa epigrafica imperiale e infine con la riappropriazione della sua sacralità nell'Alfabeto Cæle$te.

 

Per restituire alla Lettera la dignità e il potere che le appartengono, ho preso, dunque a prestito la denominazione di Litteræ Cælestes, modello di scrittura in uso nei documenti ufficiali del tardo Impero Romano, così da liberare le Lettere che vennero segregate.

 

Il Fvtvri$mo Cæle$te restituisce conoscenza là dove conoscenza fu esiliata, il Fvtvri$mo Cæle$te scrive le proprie lettere utilizzandone il valore fonetico originale, predilige il latino abbandonando definitivamente la pratica volgare ed il mondo illetterato e manierista. Il Fvtvri$mo Cæle$te non è arte di strada ma è una strada per l'arte.

 

Il Fvtvri$mo Cæle$te e le Litteræ Cæle$teS in quanto Arte Sacra legata ai precetti dell'Ikonokla$tia, rifiuta e non riconosce il figurativismo ed ogni tentativo di plagio del ‘reale’ all'interno della propria rappresentazione $crittoria aniconica.

 

Si ristabilizza l’ordine alle lettere oranti e vengono ripristinati gli arcaici nessi , Æ etc.

 

L’elemento-lettera V si riappropria del suo doppio valore originario consonantico + vocalico, questo può non avvenire nelle sequenze lineari dei due grafemi V+U, U+V, V+V.

 

Viene restituito all'elemento-lettera T il doppio valore consonantico di T+Z, pur mantenendo intatto quello del grafema Z.

 

Le lettere ed il fono ora si rafforzano reciprocamente creando una perfetta ‘ordinatio’.

 

Necessario è ricomporre la frattura tra Lettere e Letteratura, Il Fvtvri$mo Cæle$te si pone in continuità con il mondo cla$$ico e antico cosicché la freccia del tempo scorra verso il fvtvro.

 

Letteratura e scrittura si fondono in un’unica pratica, d’ora innanzi il valore strutturale diviene unica entità con il proprio valore fonetico. Quella che un tempo era una Legione composta da 26 lettere ora si avvale di elementi nuovi e di quelli che in passato furono estromessi a causa del loro potere, la Coorte delle Litteræ Cælatæ (cosi' erano chiamate le lettere di cui rimanevano solamente le ombre quando le 'lettere bronzee' cadevano dalle loro epigrafi)

 

Una classe a sé di segni grafici speciali è costituita dalle cosiddette 3 lettere claudiane, introdotte dall'imperatore Claudio (10 a.C. - 54 d.C.) all'epoca della sua censura (47-48 d.C.) ossessionato dall'idea di rendere l'ortografia del latino nobile più aderente alla realtà, aveva quindi attivato una riforma ortografica, questi tre grafemi trovarono impiego per un breve lasso di tempo cadendo precocemente in disuso.

 

La prima lettera claudiana, una C rovesciata o retrograda è detta antisigma, gr. ἀντίσιγμα, comp. di ἀντί «contro» e σίγμα «sigma», per la sua forma: (Ɔ), e serviva a rendere il suono /PS/, o /BS/ a seconda delle parole (come in urbs, trabs, ipse), ottenuta capovolgendo la C del nome Caius: questo simbolo veniva utilizzato per indicare una donna, era letta: Caia, usata nelle formule di patronato di ex schiavi/schiave liberati da una donna stava ad indicare una identità femminile per la parola mulier ("donna"; ad esempio nelle locuzioni Ɔ l = (mulieris) + l (ibertus), "liberto di una donna"); in ambito militare la (Ɔ) era utilizzata per identificare il 'centurio' (centurione) o la centuria.

 

L'Imperatore Claudio avrebbe potuto scegliere di usare l'antisigma per esprimere un suono palatale come fatto dai 'Volsci', se questo fosse effettivamente esistito a suoi tempi. Invece non ha creduto necessario riformare l'ortografia introducendo lettere nuove per C e G davanti a vocali anteriori E e I, dato che alla sua epoca i fonemi /k/ e /g/ non avevano ancora subito alterazione in tali contesti. Ha preso invece l'antisigma e l'ha usato per esprimere il suono /ps/, cosa a parer mio del tutto priva di necessità, data la scarsa importanza del nesso nella lingua latina. A spingerlo è stata infatti l'analogia con la lettera X usata per esprimere in forma sintetica il nesso /ks/.

 

La seconda è detta digamma inversvm o effe capovolta / Ⅎ /, e serviva a notare la consonante labiale / w /, usata per trascrivere il suono consonantico V, da sempre indistinto dalla vocale U nella scrittura latina.

 

La terza è il segno / Ⱶ /, corrispondente alla metà sinistra della lettera H, chiamata Littera dimidia, introdotta per trascrivere il sonus medius, analogo alla moderna pronuncia della lettera Y, serviva a rendere un suono vocalico intermedio tra /i/ e /u/, affine al greco Υ, che si trovava in parole come optimus (o anche optomus) e libet (o lubet).

 

Tacito, Annales ( XI, 14 )

 

“...Sed nobis quoqve pavcae primvm fvere, deinde additae svnt. Qvo exemplo Clavdivs tres litteras adiecit, qvae vsvi imperitante eo, post oblitteratae, aspicivntvr etiam nvnc in aere pvblico + dis plebiscitis per fora ac templa fixo”.

 

“...Anche da noi i caratteri furono in principio pochi, poi se ne aggiunsero altri. E fu seguendo tale esempio, che Claudio aggiunse tre lettere che, impiegate durante il suo principato e poi cadute in oblio, sono ancora oggi visibili nelle tavole di bronzo affisse nelle piazze e nei templi, per rendere noti i plebisciti”.

 

Vanno ad aggiungersi anche gli Elementi-$imbolo, quelli cosmogonici, astronomici-planetari, monetali (Litteræ Occulte$). Una cuspide in direzione destra come simbolo della centuria, anche usato per alludere al grado di centurione (>), il Theta nigrum (θ) è un segno convenzionale utilizzato nell'epigrafia latina per indicare il decesso della persona nominata (nel caso di una epigrafe funeraria) oppure raffigurata (anche nei rilievi dei gladiatori): un theta greco (θ), iniziale della parola θανατος (= morte), oppure il segno della O barrato (ø), con il significato di obit (morì).

 

Collegato con l'uso greco di indicare i soldati morti con un theta e quelli sopravvissuti con una tau, lo stesso sistema passò poi all'Esercito Romano dove, nel linguaggio militare (sermo militaris), si usava indicare la morte di un soldato con il termine "thetatus".

 

Le lettere recise da una linea orizzontale; come la X tagliata a metà indica la parola denarius, mentre HS indica il sestertius, dall’unione dei due elementi H e S verrà generato nei secoli a venire il simbolo $ (dollaro U.S.A.).

 

 Littera T ( T+X+P+++† ) Crvx

 

T, questo il simbolo della croce originale, risale al VII sec.a.C. collocandosi alla posizione num.18 nell’Alfabeto Cӕle$te, è formata da due elementi: stipes, asta verticale e patibulum, asta orizzontale; ‘lettera taumata o patibulata’, rappresentata nelle sue diverse dimensionalità: diritta, diagonale, laterale, rovesciata, possiede come tutte le Litterӕ Cӕle$te$ il pieno controllo della sua omnidirezionalità ↔ ↕ sviluppata sui 360°, e per questa Lex può rappresentarsi anche retroversa o capovolta su 180°, per lungo tempo si è lasciato venisse demonizzata associandola al culto del maligno, chiamata anche croce di Nerone; con il Fvtvri$mo Cӕle$te gli viene restituito lustro, il suo potere $ovrano ripristinato con il proprio valore simbolico eucaristico e alfanumerico e soprattutto di “omnia directiones” ↔ ↕.

 

“VNIVER$ALITA’ della Littera T”

 

Attraverso indagini epigrafiche e paleografiche rivelatesi per lo più deludenti e anacronistiche a causa del mancato approccio artistico-filosofico-interpretativo dell’argomento, hanno permesso una divulgazione errata della sua storia originale basata sull’evoluzione della Lettera: T e della sua declinazione in Crvx.

 

Nell'alfabeto Caele$te, la lettera T (tau) ritorna alla sua posizione originale ovvero al numero 18 della schiera alfabetica “latino-romano” e acquista il suo valore alfa-numerico completo, il 318, vale a dire: 18 corrisponde alle prime due lettere greche del nome di Gesù I+H da cui derivò Il monogramma cristologico, già presente sin dal sec. I in Palestina.

 

Nella Scrittura viene traslitterato in 1+8 e con 300 che era il valore alfa-numerico nell’antico alfabeto ionico, multiplo di 3 (la Trinità), la lettera “T “ (tau) segue come l'arrivo della grazia nella ‘croce’; ogni volta che nella Bibbia incontriamo questo numero è sinonimo di salvezza o di vittoria, come nell’esempio dove Dio disse a Noè "Fatti un'arca di legno di cipresso. Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza." (Genesi VI, XIV-XV).”, o in "Quando Abramo seppe che il suo parente era stato preso prigioniero, organizzò i suoi uomini esperti nelle armi, schiavi nati nella sua casa, in numero di trecentodiciotto, e si diede all'inseguimento fino a Dan” (Genesi XIV, XIV).

 

Si può ben dire che il “$ignvm Crvcis T”, inizialmente immagine di infamante supplizio e poi rappresentazione di incondizionato amore universale, sia stato dotato di una straordinaria capacità di diffusione, sia nella sua dimensione verticale della pluralità di significati, sia in quella orizzontale della "lunga durata". Questo uso, a volte sconsiderato della Croce, lo ha portato a rappresentanza di manifestazioni fondamentaliste e improprie che mal hanno espresso il profondo significato in esso celato.

 

In epoca precristiana culture differenti tra loro detenevano la consapevolezza del Segno cruciforme al quale attribuivano diversi valori.

 

È grazie all’iniziativa dell'imperatore Costantino (IV sec. d.C.) che inizia la consuetudine di rappresentare il nome di Cristo attraverso forme monogrammatiche, precedentemente ignote, che esplicitano il ‘nomen’ (Christòs) e nel contempo alludono, figurativamente a una croce decussata, così espressa nella lettera "X", chiamati "monogrammi costantiniani", costruiti dalla fusione in un unico segno composto dalle due lettere iniziali (chi e rho X e P) di Christòs, questo fu impiegato sia come simbolo che come ‘compendium scripturae’, cioè di abbreviazione, come nelle forme vivas in Chr(isto).

 

Ha la forma di stella dall'incrocio dello iota (I) con la chi (X con valore di C) in XPI∑TO∑ (Cristo) usato nel III sec.; questo è chiamato monogramma precostantiniano o Crismos.

 

Avviene la rottura del cerchio e del quadrato con l’inserimento della Lettera X “Christo e la Trinità, l’Arma Christi”.

 

La forma compendiata del nome di Cristo dove si evidenzia però maggiormente la croce, è il cosiddetto ‘monogramma cristologico’, derivato da quello originario costantiniano, e realizzato come una crux latina (immissa o capitata) con l'asta verticale costituita dal tratto verticale della lettera Rho: P, a cui andranno ad aggiungersi le lettere apocalittiche alpha e omega dalla metà del IV secolo, con anche elementi geometrici a rafforzarne l’importanza (del segno cristologico X).

 

Appare anche in altre versioni, la prima con la P (rho) riversa a sinistra ꟼ  e con le lettere capitali romane A e Z al posto di α (alfa) e ω (omega), nella seconda con la croce Τ (taumata) al posto della X, l’alfa da sinistra è a destra così come l’omega da destra passa a sinistra, e in una terza versione

 

T + X (comp. di croce e segno) come quello fatto dagli analfabeti in luogo della firma. In diplomatica, dato il suo valore sacrale, precedeva anche la firma autografa come segno personale.

 

Si rivoluziona il concetto di inizio e fine. (Io sono l’Alfa e l’Omega)  La 'fine' è ' nuovo inizio', 'La Nvova Re$vrrezione'.

 

Come accadrà anche per le Litterӕ Cӕestes, vengono emanati provvedimenti legislativi per la salvaguardia del simbolo. Nel 427 d.C. una costituzione imperiale imponeva un preciso limite all'uso indiscriminato dei Signa Christi:  il dispositivo faceva espresso divieto di incidere o dipingere in terra, sia sulla pietra sia sul marmo il "segno di Cristo Salvatore". “Nemini licere signum Salvatoris Christi humi vel in silice vel in marmore aut insculpere aut pingere” (Codex Iustiniani).

 

Si noti come questo provvedimento discordi profondamente con la tradizione contemporanea delle ‘pietre d’inciampo’.

 

Per questo motivo che alcune iscrizioni romane antiche, funerarie pavimentali presentino croci e cristogrammi accuratamente abrasi con scalpello.

 

 

Declinazioni della littera T assieme alle croci commissa e immissa sono: La croce di Santa Nino, Ankh, croce celtica, croce di S.Pietro, croce di S.Andrea.

 

 

Il Fvtvri$mo Cӕle$te magnifica la sua Littera. La lettera T (tav inversvm), quindi, si colloca tra la schiera del Nvovo Alfabeto Cӕle$te nella posizione numero XVIII.

 

 

Il FVTVRI$MO CÆLE$TE è lo scisma nell'arte urbana.

 

 

La $crittura è totalità, la $crittura è innanzitutto Elementi-Lettera ma anche poesia, musica, pittura. La $crittura è magia, la $crittura è energia cosmica, è l’impronta primordiale, è DIO che vuole comunicare con noi e perciò ci fornisce il mezzo con cui poterlo fare e lo fa attraverso le SUE Litteræ, ma ad una precisa condizione, che si debba prima imparare a leggere dalla SUA volta. Il gesto della $crittura è un rito spirituale, mantra universale proiettato sulla quinta dimensione, Il Dvb$ar Cæle$te è un uomo-medicina della tribù degli uomini. Attraverso le Lettere ci è concesso di creare una comunicazione diretta con il nostro passato e di poterci proiettare verso il futuro, non esiste oscurità che possa ingannare lo $criptor nel preciso atto di composizione della sua sentenza. Le Lettere sono il più prezioso dono che ci è stato fatto dopo la vita proprio perché ci permette di entrare in dialogo con l'Immagine stessa.

 

La Lettera nasce nella notte da un incantesimo divino, lascia la sua ombra sulle pareti di una grotta e sulla terra per poi volare via di ritorno verso l’Empireo. Nell' Elemento-Lettera Cæle$te è racchiuso il suono e la melodia che ognuna delle diverse terre le ha assegnato, insieme dominano sul tempo che scorre e sull'alba che sorge.

 

La $crittura è sacra, la $crittura è letteratura, il Fvtvri$mo Cæle$te ripristina il legame che intercorre tra atto $crittorio e lettura, il valore fonetico di ogni singolo Elemento-Lettera Cæle$te è altresì importante quanto lo è la sua struttura-forma donandogli luce e stabilità, per questo motivo che lo $criptor non può mancare di essere ‘Litterato’. L’Elemento-Lettera si unisce fondendosi con uno o due dei restanti dando origine alla sillaba la quale saldandosi con altre formerà il ‘Nome-Honorvm Nomi$'’.

 

Il valore ontologico della Lettera sta nella sua interezza.

 

Le 26 Elementi-Lettera + le Litteræ Occulte$ ora ri-unite sono l’esercito della conoscenza, lasciano alle prime due il compito di nominarsi Alpha e Beta in Alfabeto, ora è possibile formulare la magia della parola.

 

Il ‘Nome-Elemento-Lettera Caele$te’ è l’archetipo, il mio destino, è la mia arma e il mio scudo. Come lo scriverò così altrettanto vivrò. Se finissi mai di creare le parole il mio Nome-Elemento-Lettera non cesserebbe di esistere.

 

"I nomi e la loro esattezza, sono per natura e non per convenzione"

 (tesi di Cratilo)

 

 A volte sono i sogni che rivelano la corretta struttura di nuove Parole-Elemento-Lettera, a noi modellarle in maniera alogica destrutturando a volte, assemblando in altre.

Come per i due emisferi del nostro cervello è necessaria un’armonia armonizzante.

Come noi leggiamo sarà come noi scriveremo, come noi ricorderemo sarà quello che noi creeremo.

Non rifuggire mai dal disagio, al contrario accettarlo e rielaborarlo.

 

L’Elemento-Lettera è all'origine della parola a monte della pittura, potrà conquistare o essere conquistata, letta o cancellata, ascoltata o colpevolizzata ma non potrà mai essere ignorata ed è per questa ragione che merita studio e applicazione. Il verbo è frutto della combinazione di più Elementi-Lettera.

 

Lo $criptor è l’Assassino delle Lettere canonizzate, come Mercurio è ladro di bellezza e al contempo regna sulla Lettera che solamente poi attraverso il gesto si tramuta in parola.

 

 Nel Fvtvri$mo Cæle$te coesistono quattro differenti 'dvctvs' e tre differenti lettera-struttura, tutte dotate del potere della 'Omni Directione'.

 

1- Litteræ Cæle$te$ (dvctvs corsivo)

 

2- Litteræ Inver$æ (dvctvs capovolto di 180° gradi)

 

3- Litteræ Cælatæ (Lettere fantasma)

 

4- Litteræ Occvlte$ (Elementi Simbolo)

 

Nel Fvtvri$mo Cæle$te ogni singolo Elemento-Lettera incorpora legami cosmologici e mitologici ricchi di un proprio significato-significante contrapponendosi perciò all'insignificato e all'insignificante, e particolari sfumature che non è possibile ricavare da scritture alfabetiche canonizzate. Le Lettere Cæle$ti sono la forma sacrale scrittoria. Quando ci apprestiamo a scrivere contemporaneamente leggiamo e siamo in grado di ascoltare la voce narrante in noi, questo è l'atto della recitazione-lettura-$crittura.

 

Nell’ AlfaBeto Cæle$te ogni lettera è ricca di significati e sfumature che non sono rintracciabili in una scrittura alfabetica canonica.

 

 L' AlfaBeto è cosa divina.

 

Nel Fvtvri$mo Cæle$te ogni elemento-lettera è così composta in tre parti: valore fonetico che suggerisce la sua reale pronuncia, il valore pittografico a propria rappresentazione immaginifica, ed il valore determinativo per la lettura nel corretto senso di scrittura, direzione questa data dalla cuspide del $imbolo:

 

$agitta -}-->.

 

Il Tutto è nella Lettera, nel suo numero, nel suo suono, grazie alla sua rico-struttura- ri-forma-nome si oggettivizza la forza. Per questa ragione che tutto il reale si fonda su queste combinazioni originarie con le quali DIO ha generato il movimento del linguaggio. L’Alfabeto ed i suoi Elementi-Lettera possiedono il perchè dell’essere.

 

« Dvbitando qvippe ad inqvisitionem venimus; inqvirendo veritatem percipimvs. »

 

Il termine Litteræ Cælestes definisce una particolare scrittura sviluppata nella Cancelleria dell’Impero Romano d’Occidente. Si trattava di una scrittura estremamente elaborata tanto da risultare quasi illeggibile, ma era proprio l’illeggibilità di tali lettere a renderle uniche e garanzia di autenticità dei documenti imperiali.

 

(In relazione tra Lettere e Armi cito questa frase di Plinio il vecchio, Naturalis Historia, XXXIV, 18: GRAECA RES NIHIL VELARE, AT CONTRA ROMANI AC MILITARIS THORACIS ADDERE – E’ uso greco non coprire il corpo (degli elementi-lettera), mentre i romani, in quanto soldati aggiungono la corazza.

 

Sono create le Lettere Corazzate.

 

Le Lettere liberate ora si stagliano sulla seconda, terza, quarta e quinta dimensione.

 

Le mie Lettere Cæle$ti vogliono rivendicare l’unità ontologica del segno grafico della Lettera che è significato e significante.

 

Le lettere hanno i loro anticorpi per difendersi. La Lettera è uno sguardo rubato alla parola.

 

Il Fvtvri$mo Cæle$te avvia la $anta Expeditio $criptvram.

 

Gesù prima di pronunciare le parole: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra» le scrisse prima con il proprio dito sulla terra ma i farisei e gli scribi non furono in grado di decifrare perché le sue ‘Litteræ Cæle$te$’ risultavano ad essi incomprensibili. A Gesù viene riconosciuta indubbiamente una capacità orale come profeta ma non viene mai affrontato il tema che Lui scriveva e che naturalmente leggesse, tutto questo per fare in modo che la rappresentazione iconografica irrompesse nella tradizione artistico-espressiva che da quel momento andava delineandosi. L’arte della $crittura ha sempre incontrato sulla propria strada innumerevoli ostacoli ma non per questo ha interrotto il proprio processo di continua Evoluzione. Il Fvtvri$mo Cæle$te si impone attraverso la propria Conoscenza e decreta Vfficialmente che la definizione ‘$crivere’ appartiene solamente a coloro che si riflettono nel ruolo di ‘Contemporanei $criba’.

 

Oggi riprendendo la tradizione delle Litteræ Cæleste$, il Fvtvri$mo Cæle$te libera dagli oscuri ipogei delle metropoli riportandole in superficie le Litteræ, che hanno due specifiche funzioni: la prima, pratica, combattere ogni tipo di plagio e, quindi salvaguardare lo stile; l’altra, ideologica, donare un’aura sacrale (Lvx Avr) e prestigiosa all’esercito delle Lettere di coloro che scrivono l’ ININTELLIGIBILE.

 

Ripristinare il legame tra oralità e scrittura, tra letteratura e scrittura, tra linguaggio e scrittura, in questo modo si preserverà la sacralità nell'arte dell’evoluzione della Lettera.

 

“Colui che scrive con la sola mano risiede al livello inferiore, colui che scrive con il braccio appartiene a quello superiore, ma nessuno può confrontarsi con colui il quale scrive con il proprio cuore”.

 

©FLYCAT Y1

 MMX3 - MMXX2
 
 
 
For Inquiries: info@flycatarte.com

© FLYCAT




      FVTVRI$MO CÆLE$TE's EPITOME



I was born in Milan on 19 August 1970. At the age of 13 I fell in love with what the world was calling Graffiti Art, I do not remember the exact day but I can say that from that very moment my life started, the life of FLYCAT.

I paint, I project, I assemble, I cut, I paste, I put in prose, but essentially what I do is 'write'. To write, for me, is the perfect alchemic conjunction between three main elements: Tradition, Passion, Fvtvre. Writing is my Liturgy. I am an official spokesman for The Art Movement known as the Ikonoklast Panzerism and Gothic Futurism, created in the New Gotham in 1979 by the Grand Master RAMM: ΣLL: ZΣΣ (1960-2010). On 20 February 2010, I became his disciple and I was appointed with the grade "Y-1", defender of the 25th letter. My mission is to work on the 26 Letters that make up the New Latin Roman Alphabet from which was generated the Cæle$tial Alphabetvm.
 
 The Ikonoklast Panzerism and Gothic Futurism philosophy is based on the idea oftransition from the 'ornamental' era of writing (which began with medieval miniatures) to that 'Armamental':
 
 the Letters are armed with missiles to free themselves from the imposed imprisonment that lasted more than 4 centuriesthem by the movable-immobile type of the press, Letters find new life on the 'rolling pages' of a new type of code, that of the Metropolitan Transportation Authority, this is where the tradition marries modernization and the futurist concept. The missile-armed letters runon the subway cars.
 
Starting from the idea of a letter as an independent entity freed, my research has continued through a personal approach, pushing for another boundaries, albeit parallel

God created the Firmament and decided to compose the first talking sheet on the octave of the nine spheres of the celestial vault, in front of the Empyrean, the Codex Primvs, creating their Letters from that rosary of stars by giving man his own 3 weapons-elements- form, from which the letter-elements were shaped: 1) The ‘cusp which will form the arrow in order to give body to its Litteræ-$ignvm to which it was later attributed the wrong name of cuneiform, thanks to the New Reformation Cæle$te is decreed the new "cuspeiform" term.

Also called ∆ Delta, the Absolute in its entirety, emblem of the constructive principle of all organisms, Solomon's triangle, the perfect verb as it supposes an intelligent principle, speaking principle and spoken principle; he who by means of the word (letter) creates a third himself. Trinity of all things, the fundamental mystery of intellectual initiation.

Jealousy.

As a sacred symbol, the "arrow" cusp, gave rise to the practice of Divinity of "Belomancy", using the arrow to create a propitiatory rite before taking any war action.


A further value is revealed in the analogy between the arrow-lance derived from the cusp with the paleocristian symbol of the palm, symbol of victory and triumph. Plinio attests that it was delivered to Rome for the first time in 586 B.C. After a victorious battle. The Christians traced the palm on the tombs to indicate the victories reported by the dead, in particular by the martyrs (Dis Manibvs), who sacrificed their lives for their faith, Tertullian dedicates them to his "Apologeticvm", AP 7,9:  "to them the honor of the palm belongs in a special way ".


2) The $ator or square (penalty, defense): "CLAV$TRVM $INE ARMARIO E$T QVA$I CA$TRVM $INE ARMAMENTARIO"

3) The Clipevs or circle (defensive), symbol for heaven, the sky, the perfect shape par excellence, the Sun, a luminous star created biblically at the beginning to preside over the day, dispels the darkness and illuminates the intelligences; the Moon appears on the fourth day designated to preside at night and to bring out the times, it is the imagination that adorns the ideas.the Moon.


From the Neolithic the symbolism of the zodiac signs develops from which the first cosmic hieratic letters: the O, the symbol of the spiral, the letter M.


Man in the beginning was unable to read from the enigmatic cosmic abecedary. At its origin the “signo” proceeded following a multi-directionality according to an anti-rule as it was the same reasoning that generated it, irregular traces, generating its own superimposed, stratified linearity, the writing then proceeded following a sacral order imposed directly by its Creator which was called 'boustrophedon' that is the path traced by the plow pulled by the ox (element-letter: Aleph) that sows the Mother Earth her own creator.

The different directions of Scripture indicate a precise behavior with motivations of a psychic and mental order. Graphing in its symbolic expression is subjected to the force of four fundamental vectors: high-low, left-right. The 'scriptor' according to his own personal story in relation to the outside, fruit of a biological and cultural combination, it projects itself through his own letter-elements, occupying and privileging those areas in the writing space: high-low and left-right.

The left, symbolic meaning of the principle, the ego, the origin, the past, the tradition, the family; it belongs to proto-Canaanite (proto-dynastic) writings, "left-handed graphs", emphasize the tendency to return to origin, to past values, to meditative aspects.

The right, at the opposite, assumes the symbolic meanings of ‘you’, of the future, of the outside world, of others, the unknown; it is characteristic of the Western world that the handwriting is right-handed to the outside, expanding, irradiating love, conquering, domination, and power.

This concerns the general line of narration, but in the gesture of the movement coexist movements both to the right and to the left, from the bottom up and vice versa, that in their alternation determine for example the presence of curved and large forms of centrifugal or centripetal traces, the creation of the square, the circle and the triangle-cusp within which forms will result in the elements of the letter-elements.

The peoples knew cohesion through writing, that time had a short life.

At the origin, before the Babel destruction had occurred, one was the language and one was the writing entrusted from the Cosmos.

Once the prophecy was accomplished and the Tower fell, the Letters mingled in shapes and sounds.

"You will throw your arrows out of the Tower of Babel, but they will not be able to kill God." En Sabah Nur".


The arrow must obey the letter, it is the arrow that follows the letter. The element-weapon-arrow is used in direct shooting mode for this reason that a composition can not grant an unregulated use of this element, it would destabilize the balance of the letter itself and of the whole formation.


A story tells that the alphabet takes shape with a declaration of war, in the meeting area between the Babylonian cuneiform (cuspeiform) and Egyptian hieroglyphics by the scribes (Thot known as the inventor of hieroglyphs, these are called: medu-neter, the words of God, because they make visible what is not) as a result of the Egyptian-Jewish conflict derived from the will of the Jews to respect a mosaic commandment from the first biblical decalogue: 'Do not make any sculpture or image any of the things. (Exodus 20, 2, 3) '.

The man later bounded his boundaries and decreed that the sacred symbol-logos could only travel one of two directions, thus turning the Sagittarius cusp to the East where it shines Venus and rises to the Sun or to the West where the Moon rests.

Those graphs, once written from the bottom up to the end of the protodynastics, rotate 90 degrees on one side, the example being: E "He".

From ‘Enuma Elish’, the Assyrian-Babylonian text on Creation, 2 millennium BC: "When Heaven had no name yet, and the Earth below had not been called by his name," and again "When no astronomer was still visible, no one had a name when destinies had not yet been established, so the stars were made visible in the middle of the sky "

Thus the voices came from the darkness of the nights, and each of the constellations acquired its own sign and sound, which was translated into the name by which man was able to recognize and call it.

The presence of celestial figures confirms the existence of images without bodies, inaugurating symbolic thoughts, transmitting stars, astral knowledge in glyphs, alphabetic letters from the sidereal layer, narratives of epics, fairy tales, battles and lies, fighters and prisoners , but not occult judgments of an illiterate sky. We are not to see them in the heavens, they are they if we give them opportunity to reveal themselves to us, present in the memory of generations, waiting for us to look into the dark of night and give them a name. The sidereal alphabet attests that the memory of the sign is not lost in the darkness of death, but stands faithfully in the imaginary of 'Dubsar' (demiurge scribe), reflected in the infinite paths of heaven.

The Coordinates of the Letters were not established by man's gamble, but by the divine hand, which is why it makes them agree and convine with the celestial bodies.

The Letters illuminated by the light, in different lands, but under the same celestial vault. Their genesis lies in the high heavens; it is not in the depths of the earth as they have tried to inculcate us by calling our 'subculture', but it will be from those same bowels that will emerge from that same 'Inferno'. In the Paleo-Christian Era the catacombs dug in the depths of the rock similar to that of Christ, defined by the pagans with the name of NECROPOLI, city of the dead, were not a place of escape, but the place of waiting for the Resurrection, the "dies natalis".

 

 Let's not let the self-proclaimed 'Art Intelligentia' continue to demonize the power of the Letters.

 

The origin of alphabets has celestial roots and earthy weapons, which express different shapes and a solid generative structure.


In archaic Greek mythology, the creation of the Letters is entrusted to Cadmo's deadly figure, the letters "Δ alpha, omega Ω ..." designate 'themselves' confirming their power and phonetic value for each element. Semitic words like "Ox: Aleph, Camel: Gimel" have meaning by offering their acronym for reading, while in the Etruscan coeval alphabet, the letters assume divine meaning becoming acronyms of divinity, Aplu (A) : Apollo, Cupra (C): Venus, Fuflun ( Γgamma) Dionisio.


Case in itself is the Tau, the last letter of the Hebrew alphabet, represented the fulfillment of the whole revealed word of God, adopted by Christians for the twofold reason, to be the prophecy of the last day and therefore the same function of the Greek letter Omega, as well as of the Apocalypse of John (1,8).


The man thus gave sound to the Letters by adopting the principle of the acronym, saying the only initial letter of each word.

The sound is of its original armor-shape: the letter, as a manifestation of the visible in the invisible, now has a new mystical value. The Cele$tial alphabet is both shape and sound.

The Letter is now 'divinatory oracle'.

The sound before the matter, the gods through the galactic letters sacrifice their sound bodies to give life and elegance to the world. This passage took place when the Moon lent its face to the virgins when the Sun represented God. In the Gospel of John "In the beginning was the word ... everything was done through her ..."


The figurative Christian or Judeo-Christian expression of the first century was conditioned by the mosaic ban of images. The very first form of Christian symbolicic communication was therefore the sign, the cryptogram, the number, the letters or simply the symbol.

The depictions of the crucifix appear only in the fourth century, when the penalty of the crucifixion is eliminated and invalidated the Mosaic prohibition of the image (beginning of the new phase of war at the LITTERA).


The Fvtvri$mo Cæle$te does not recognize the decree implemented following the Council of Nicea in 325 AD which definitively sanctioning the dual divine and human nature of Christ: the Word became incarnate in a man, God became man and made himself visible in human features ", it establishing that would become figuratively representable.


From the 18th century to the 5th century BC, the catacombs are entirely covered with frescoes with scenes from the Old and New Testaments, images of Christ, martyrs and symbolic images.


An excessive pictography was destined to describe objects and animals. Spirituality permeated the elements of writing "Vinca" coming from the Balkans (5500 BC), later taking shape the linear syllable with cuneiform (cuspeiform), transferring to Phoenician eloquence, still in Greek elegance, passing through the Etruscan representation, the many evolution of italic alphabets, then come to the rigorous imperial epigraphy and ultimately with the re-appropriation of his sacredness in the Cæle$te alphabet.

To return to the Letter the dignity and power that belongs to her, I borrowed the name of Litteræ Cæle$te$, model of writing in use in the official documents of the late Roman Empire, to free the Letters that have been segregated.

The Fvtvri$mo Cæle$te returns the knowledge in where knowledge has been exiled, the Fvtvri$mo Cæle$te writes its own letters using its original phonetic value, prefers Latin, abandoning definitively vulgar practice and the illiterate world and Mannerist. The Fvtvri$mo Cæle$te is not street art, but it's the street to the art.

The Fvtvri$mo Cæle$te and the Litteræ Cæle$te$ as Sacred Art linked to the iconoclast precepts, refuses and does not recognize figurativism and every attempt to plagiarize the 'real' within its own aniconic encryption representation.

It reestablishes the order of the prayerful letters and resets the archaic ligatures , Æ etc.

The element-letter V regains its original double value: consonantal + vowel, this does not occur in the linear sequences of the two graphemes V + U, U + V, V + V.

The double consonantal value of T + Z is returned to the letter-element T, while maintaining that of the grapheme Z.

The letters and the phonetic value now reinforce each other, creating a perfect 'ordinatio'.

It is necessary to reconstruct the fracture between Letters and Literature, The Fvtvri$mo Cæle$te is in continuity with the classic and ancient world, the arrow of time flows towards the fvtvre.


Literature and writing merge into one practice, so far the structural value becomes a single entity with its own phonetic value. What was once a 26 letters Legion now makes use of new elements and elements that in the past were ousted because of their power, the Cohort of the Litteræ Cælatæ. (so were called the letters of which only the shadows remained when the 'bronze letters' fell from their epigraphs)

With a unique class of special graphic signs, the so-called 3 claudian letters introduced by Emperor Claudio (10 BC-54 AD) at the time of his censorship (47-48 AD) obsessed the idea of spelling the noble alphabet Latin more adherent to reality and had thus initiated a spell reformation, these three graphs found use for a short period of time, falling prematurely disused.

The first claudian letter, an inverted or retrograde C, is called antisigma, gr. ἀντίσιγμα, comp. of ἀντί «against» and σίγμα «sigma», for its form: (Ɔ), and used to make the sound / PS /, or / BS / depending on the words (such as urbs, trabs, ipse) obtained by flipping the C of the name Caius: this symbol was used to indicate a woman, read: Caia, used in the patronage formulas of former slaves / slaves freed by a woman, indicated a female identity for the word mulier ("woman"; for example in the locutions Ɔ l = (mulieris) + l (ibertus), " liberto of a woman "); in the military sphere (Ɔ) was used to identify the 'centurio' (centurion) or the centuria.

The Emperor Claudio could have chosen to use the antisigma to express a sound palate, as did the Volsci, if this had actually existed in his time. Instead, he did not believe it necessary to reform the spelling by introducing new letters for C and G before front vowels E and I, since phonemes had not yet undergone any alterations in these contexts. He took the antisigma instead and used it to express the sound / ps /, which is my opinion completely devoid of necessity given the low importance of the ligature in Latin. One push was in fact the analogy with the letter X used to express syntactically the ligature / ks /.

The second is called digamma inversum or upside down F / Ⅎ /, and was used to note the consonant labial / w /, used to transcribe V consonant sound, which is always indistinct from the U voice in Latin writing.

The third is the / /, corresponding to the left half of the letter H, called Littera dimidia, introduced to transcribe the sonus medius, analogous to the modern pronunciation of the letter Y, to make an intermediate vocal sound between / i / and / u /, similar to Greek Υ, which was in words like optimus (or optomus) and libet (or lubet).

Tacito, Annales ( XI, 14 )

“...Sed nobis quoqve pavcae primvm fvere, deinde additae svnt. Qvo exemplo Clavdivs tres litteras adiecit, qvae vsvi imperitante eo, post oblitteratae, aspicivntvr etiam nvnc in aere pvblico + dis plebiscitis per fora ac templa fixo”.

"... Even here the graphemes were in principle few, then others were added. And it was following this example, that Claudius added three letters that, used during his principality and then fallen into oblivion, are still visible today in the bronze tables placed in the squares and temples, to make known the plebiscites

The $ymbolic Elements, the cosmogonic, the astronomical-planetary, the monetary (Litteræ Occvlte$) are also to be added. A cusp to the right as a symbol of centurion, also used to refer to the centurion degree (>), Theta nigrum (θ) is a conventional sign used in Latin epigraphy to indicate the death of the named person (in the case of an epigraph funerary) or depicted (also in gladiator reliefs): a Greek theta (θ), the beginning of the word θανατος (= death), or the sign of the O-traced (ø) with the meaning of obit (died).

Linked to Greek use, to point out dead soldiers with a theta and survivors with a tau, the same system went to the Roman Army where, in military language (sermo militaris), was used to indicate the death of a soldier with the term "thetatus".

Letters cut off from a horizontal line; as the X cut in half indicates the word denarius, while HS indicates sestertius, the union of the two H and S elements will be generated in the centuries by the symbol $ (U.S.A.)

Letter T ( T+X+P+++† ) Crvx ,

 this is the symbol of the original cross, dating back to the 7th century BC placing itself at the number 18 position in the Cæle$tial Alphabet, it consists of two elements: stipes, vertical rod and patibulum, horizontal rod; 'letter taumata or patibulata', represented in its different dimensions: straight, diagonal, lateral, upside-down, possesses like all Litterӕ Cӕle$te $ the full control of its omnidirectionality ↔ ↕ developed on 360 °, and for this Law can also be represented backwards or upside down on 180 °, for a long time it was left demonized by associating it with the cult of the evil one, also called Nero's cross; with Celestial Futurism it is restored luster, its power restored with its symbolic Eucharistic and alphanumeric value and above all of "omnia directiones" ↔ ↕.
"VNIVERSALITY of the Letter T"

Through epigraphic and paleographic investigations, which turned out to be mostly disappointing and anachronistic due to the lack of artistic-philosophical-interpretative approach of the topic, they allowed an incorrect disclosure of its original story based on the evolution of the Letter: T and its declination in Crvx .

In the Caelestial alphabet, the letter T (tau) returns to its original position or to the number 18 of the "Latin-Roman" alphabetic array and acquires its complete alpha-numeric value, the 318, ie: 18 corresponds to the first two Greek letters of the name of Jesus I + H from which the Christological monogram derived, already present since the first century in Palestine: I and H of crossed by a bar takes the form of the crvx.

In Scripture it is transliterated into 1 + 8 and with 300 which was the alpha-numeric value in the ancient Ionic alphabet, multiple of 3 (the Trinity), the letter "T" (tau) follows as the arrival of grace in the cross '; whenever we meet in the Bible this number is synonymous with salvation or victory, as in the example where God told Noah "Make yourself an ark of cypress wood. Here is how you must do it: the ark will have three hundred cubits in length." (Genesis VI, XIV-XV). ", Or in" When Abraham learned that his relative had been taken prisoner, he organized his experienced men in arms, slaves born in his house, numbering three hundred and eighteen, and gave himself to the pursuit to Dan "(Genesis XIV, XIV).

It may well be said that the "$ignvm Crvcis T", initially an image of infamous torture and then representation of unconditional universal love, has been endowed with an extraordinary capacity for diffusion, both in its vertical dimension of plurality of meanings, and in its horizontal dimension of the "long duration". This use, sometimes reckless of the Cross, has led him to represent fundamentalist and improper manifestations that have badly expressed the profound meaning hidden in it.

In the pre-Christian period different cultures held the awareness of the cruciform Sign to which they attributed different values.

It is thanks to the initiative of the emperor Constantine (4th century BC) that the custom of representing the name of Christ through monogrammed forms, previously unknown, which make the ‘nomen’ explicit (Christòs) and at the same time hint, figuratively to a decussate cross, so expressed in the letter "X", called "Constantinian monograms", built by merging into a single sign composed of the two initial letters (chi and rho X and P) of Christòs, this was used both as a symbol and as' compendium scripturae ', that is, of abbreviation, as in the forms vivas in Chr (isto).
Subsequently it acquires the star shape from the cross of the iota (I) with the chi (X with value of C) in XPI∑TO∑ (Christ) used in the III century AD.C. ; this is called the pre-Constantinian monogram or Crismos.

The circle and the square break with the insertion of the Letter X "Christo and the Trinity, the Arma Christi".
The summarized form of the name of Christ where the cross is most evident, is the so-called 'Christological monogram', derived from the original Constantinian monogram, and realized as a Latin crux (immissa or capitata) with the vertical rod constituted by the vertical section of the letter Rho: P, to which will be added the apocalyptic alpha and omega letters from the middle of the fourth century, with also geometric elements to reinforce their importance (of the Christological sign X).

It also appears in other versions, the first with the P (rho) pours to the left ꟼ and with the Roman capital letters A and Z instead of α (alpha) and ω (omega), in the second with the cross Τ (taumata) to place of the X, the alpha from the left is on the right as the omega from the right passes to the left, and in a third version
T + X (comp. Of cross and sign) like the one made by the illiterate in place of the signature. In diplomatic terms, given its sacred value, it also preceded the handwritten signature as a personal sign.
The concept of beginning and end is revolutionized. (I am the Alpha and the Omega) The 'end' is 'new beginning', 'The New Re$vrrection’.

As will also happen for the Litterӕ Cӕestes, legislative provisions are issued to safeguard the symbol. In 427 AD an imperial constitution imposed a precise limit to the indiscriminate use of the Signa Christi: the device made it expressly forbidden to engrave or paint on earth, both on stone and marble, the "sign of Christ the Savior". "Nemini licere signum Salvatoris Christi humi vel in silica vel in marmore aut insculpere aut pingere" (Codex Iustiniani).
Notice how this provides a profound disagreement with the contemporary tradition of "stumbling blocks".

For this reason, some ancient Roman inscriptions, floor funerals, have crosses and carefully abraded Christograms with a chisel.
 
The most significant declinations of the letter T together with the commissa and immissa crosses are: The cross of Santa Nino, Ankh, Celtic cross, St. Peter's cross, St. Andrew's cross.
 
The Fvtvri$mo Cӕle$te magnifies his Littera. The letter T (tav inversvm), therefore, is placed between the array of Nvovo Alfabeto Cӕle$te in position number XVIII.

The FVTVRI$MO CÆLE$TE is the schism in urban art.

Writing is totality, writing is first of all Element-Letter but also poetry, music, painting. Writing is magic, writing is cosmic energy, it is the primordial imprint, it is God who wants to communicate with us and therefore provides us with the means by which to do it and does it through His Letters, but to a precise condition, that is that we must first learn to read from Cæle$tial vault. The gesture of writing is a spiritual rite, a universal mantra projected on the fifth dimension, The Cæle$tial Dvbsar is a medicine-man of the tribe of living beings. Through the Letters we are allowed to create direct communication with our past and to project ourselves into the future, there is no darkness that can deceive the $criptor in the precise act of composing his sentence. The Letters are the most precious gift that has been made to us after life precisely because it allows us to enter into dialogue with the Image itself.

The Letter is born in the night by a divine spell, leaves its shadow on the walls of a cave and on the ground and then flies back to the Empyrean. In the Cæle$tial Element-Letter is enclosed the sound and melody that each of the different lands assigned to it, together dominate the flowing time and the dawn rising.

Writing is sacred, writing is literature, the Fvtvri$mo Cæle$te restores the link between writing and reading, the phonetic value of each single CæleStial Element- Letter is also as important as its structure-form giving it light and stability, for this reason the $criptor can not fail to be 'Littered'. The Element-Letter joins by merging with one or two of the remaining, giving rise to the syllable which, when welding with others, will form the 'Name-Honorvm Nomi$'. The ontological value of the Letter is in its entirety.

The 26 Elements-Letter + the Litteræ Occvlte$ now re-united are the army of knowledge, leaving the first two the task of naming Alpha and Beta in Alphabet, now it is possible to formulate the magic of the word.

The 'Name-Element-Letter Caele$te’ is the archetype, my destiny, is my weapon and my shield. As I write it, so I will live. If I ever finished creating words, my Element-Letter-Name would cease to exist.

"The names and their accuracy are by nature and not by convention"
(Cratilo's thesis)

Sometimes the dreams reveal the correct structure of new Word-Element-Letter, to us model them alogically by sometimes de-structuring, assembling into others.

As for the two hemispheres of our brain, harmonious harmony is needed.

As we read it will be as we will write, as we will remember will be what we will create.

Never shy away from discomfort, instead accept it and re-process it.

The Element-Letter is at the origin of the word upstream of the painting, it can be conquered or conquered, read or deleted, heard or guilty but can never be ignored and is for this reason deserving study and application. The verb is the result of the combination of several Elements-Letter.

The $criptor is the Assassin of Canonized Letters, as Mercury is a thief of beauty and at the same time reigns on the Letter that only then moves through the gesture.

The Letter is a look stolen from the word.



In the Fvtvri$mo Cæle$te coexist four different 'dvctvs' and three different Letter-structures all endowed with the power of the

'Omni Directione'

1- Litteræ Cæle$te$ (dvctvs italics)

2- Litteræ Inver$æ (dvctvs upside down 180 degrees)

3- Litteræ Cælatæ (Ghost Letters)

4- Litteræ Occvlte$ (Symbol-Elements)



In the Fvtvri$mo Cæle$te, every single Element-Letter incorporates cosmological and mythological ties that are rich in meaning and significance, thus contrasting with the meaningless and insignificant and particular nuances that can not be derived from canonized alphabetical scriptures. The Litteræ Cæle$te$ are the sacred scripture form. When we are ready to write at the same time we read and we are able to hear the narrative voice in us, this is the act of reading-writing.

The Cæle$te Alphabet in its structure is endowed with cosmological and mythological references that are possible to identify in the present symbology of its writing, each letter therefore rich in meanings and nuances that can not be derived from a canonical alphabetic writing. The Alphabet is divine.

In the Fvtvri$mo Cæle$te each element-letter is so composed in three parts: a phonetic value that suggests its true pronunciation, the pictorial value to its iconic representation, and the determinative value for reading in the correct sense of writing, this direction is determined by the $ymbol’s cusp:

($)agitta -} ->.

Everything is in the Letter, in its number, in its sound, thanks to its re-structure-re-form-name is objectively strengthened. For this reason, all reality is based on these original combinations with which God has generated the movement of language. The Alphabet and its Elements-Letter possess the essence of being.

"Dubious quippe to inquisitionem uenimus; inquiring ueritatem percipimus. »

The term Litteræ Cælestes, defines a particular writing developed in the Chancellery of the Western Roman Empire. It was a very elaborate writing so as to be almost unreadable, but it was the illegibility of those letters to make them unique and guarantee the authenticity of imperial documents.

(In relation to Letters and Weapons I quote this sentence of Pliny the old, Naturalis Historia, XXXIV, 18: GRAECA RES NIHIL VELARE, AT CONTRA ROMANS AC MILITARIS THORACIS ADDERE - It is Greek use not to cover the body (of the elements-letter) while the Romans, as soldiers add the armor.

Armored Letters are created.

The released Letters now stand on the second, third, fourth and fifth dimensions.

My Cælestial Letters want to claim the ontological unity of the graphic sign of the Letter, which is the meaning and the signifier. The Letters have their antibodies to defend themselves.

The Letter is a look stolen from the word.

Fvtvri$mo Cæle$te starts $anta Expeditio $criptvram.

Jesus before pronouncing the words: "Who is without sin cast the first stone" had first with his finger written on the earth but that the Pharisees and the scribes they were not able to decipher because his 'letters caele$tes' were unreadable to them. Jesus is undoubtedly recognized from his oral capacity as a prophet, but the fact he wrote and naturally read was never mentioned, to make sure that iconographic representation burst into the artistic-expressive tradition that was emerging from that moment on. The art of Writing has always encountered countless obstacles on its own path, but this has not interrupted its process of continuous Evolution. The Fvtvri$mo Cæle$te imposes itself through its own knowledge and effectively decrees that the definition '$crivere-Writing' belongs only to those who are reflected in the role of 'Contemporary $cribes'. Today, resuming the tradition of the Litteræ Cæle$te$, the Fvtvri$mo Cæle$te frees letters from the dark hypogeums of the metropolis, as it happened in the catacombs during the Christian era, bringing them back to the surface, the Litteræ, which have two specific functions: the first, practice, fight any kind of plagiarism and thus safeguard it style; the other, ideological, to donate a sacred and prestigious aura to the Army of the Letters of those who write the UNINTELLIGIBLE.

To restore the bond between orality and writing, between literature and writing, between language and writing, this will preserve the sacredness in the art of the evolution of the Letter.

"The one who writes with one hand resides at the lower level, the one who writes with his arm belongs to the upper one, but no one can confront himself with the one he writes with his own heart."

©FLYCAT Y1


MMX3 - MMXX2









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