EPITOMA FVTVRISMO CÆLESTE
"Quando nell'alto il Cielo non aveva ancora un nome e la Terra in basso non era ancora stata chiamata con il suo nome", "Quando nessun astro era ancora visibile, nessuno aveva un nome, quando i destini non erano ancora stati stabiliti, quindi gli astri sono stati resi visibili in mezzo del cielo"
( Enuma Elish, il testo assiro-babilonese sulla Creazione, 2° millennio a.C.)
"La storia "dice Quintiliano" è simile ad un'opera poetica, quasi una poesia senza metrica. Si scrive la storia per raccontare, non per provare e l’opera intera non viene composta per un uso immediato o una battaglia presente, ma per il ricordo della posterità...
QUINTO AVRELIO SIMMACO Epistolæ: MAGIS INTELLEGI QVAM LEGI PROMPTVM EST -
è più facile da capire che da leggere,
“Non siamo noi a scorgerle nei cieli, sono loro se gliene diamo occasione che si rivelano a noi, presenti nella memoria delle generazioni in attesa che si levi lo sguardo al buio della notte e si affidi a loro un nome. È inaugurato il pensiero simbolico, si trasmutano le stelle, quelle conoscenze astrali in segni, lettere alfabetiche Cӕlesti dallo strato siderale. Si narra di epopee, favole, battaglie e bugie, di combattenti e prigionieri, ma non occulte sentenze di un cielo analfabeta. “
“Col Writing gli Elementi-Lettera vengono liberati dalla prigionia durata più di quattro secoli imposta loro dai caratteri mobili-immobili della stampa. Le Lettere trovano nuova vita sulle 'pagine rotanti' di una nuova tipologia di codice, quello della rete dei trasporti metropolitani, è qui che la tradizione sposa la modernizzazione ed il concetto futurista per sfrecciare sui vagoni della metropolitana, sistema arterioso e venoso di un ipogeo urbano.”
Guardando alla preistoria del pleistocene, i suoi uomini utilizzavano la loro arte scrittoria-simbolica per dare vita a riti magici e atti cultuali, rispettandone costanti regole geometriche di simmetria, parallelismo, polarità ed armonia.
Nel corso dei millenni, le raffigurazioni naturalistiche come le teste di animali (si veda l’Aleph), subiscono una graduale stilizzazione, spingendosi ad una estrema sintetizzazione financo tramutarsi in immagini fitomorfe. Due le direzioni, l'una ornamentale e l'altra rivolta ad un’astrazione, sviluppando una notevole evoluzione delle capacità intellettuali fino al concludersi dell’ultima glaciazione.
Non si ottiene una semplificazione senza un processo psichico di totale distacco volontario dall'oggetto rappresentato.
I cacciatori del periodo glaciale utilizzavano la scrittura come mezzo di comunicazione con l’ignoto e con la propria tribù, sviluppando elementi grafici di carattere magico. Purtroppo, il termine ‘magia’ viene spesso travisato e abusato nell’utilizzo per descrivere una forma scrittoria a cui non si ha accesso, esattamente come accade con il ‘writing’, con l’uso di ‘astrattismo’.
Un’ulteriore evoluzione verso la scrittura si ha con le prime civiltà monumentali, attraverso un elaborazione astratta o non vincolata, delle figure ed una narrazione figurata, le figure umane mostrano una forte caratteristica di movimento (futurismo), esempio è il cacciatore mentre tende l'arco o il guerriero mentre scaglia la freccia o il danzatore, un nuovo stadio dell'evoluzione con la capacità di astrazione dell'uomo nella reinterpretazione del reale in modo artistico libero, è un patrimonio di forme che andranno prestandosi così alla formazione di quelle scritture ideografiche non vincolate ad una formulazione linguistica, si ha la prima forma di scrittura, puramente ideografica senza fonetizzazione, a suffragio della mia teoria che prima fu la lettera, poi il fono. Soltanto ora si prediligono le composizioni sceniche, come conseguenza di una più intensa raffigurazione del movimento (scrittura lineare).
L' esigenza di fissare le idee per iscritto, iniziò col neolitico, nelle prime città sumeriche nel Vicino Oriente (IV Millennio a.C.). L'uomo imparò ad affilare anche le pietre, oltre che alle ossa, fabbricando armi e armamenti.
Cresce una pura pittografia, cioè una rappresentazione degli oggetti concreti con il loro aspetto naturale (significato e significante)
I segni chiamati ‘vasari ‘, utilizzati per personalizzare i vasi, e altri ancora per marcare proprietà e case che porteranno ad ornamenti rituali, sigilli, probabilmente meno diffusi, si possono considerare come l'ultimo stadio prima della nascita delle varie scritture figurate, ancora in epoca preistorica. Parecchi di questi marchi compaiono più tardi come segni grafici veri e propri, ed alcuni si ritrovano perfino nelle prime scritture alfabetiche come tipiche lettere alfabetiche, sono segni ideografici a imitazione della natura nelle sue forme originarie come nei geroglifici e delle scritture fonetizzate che seguiranno.
“DE TE SAXA LOQVNTVR”*
Risultava un’ambiguità e assurdità, perché consisteva nell'apparente illogicità dell’unire la scrittura alla lingua, nel tentativo di fissare, fermare con mezzi visivi-grafici, e perciò spaziali qualcosa di acustico-linguistico, un’entità temporale, che accade nel tempo.
L'invenzione della scrittura non sta tanto nella sua "fonetizzazione", quanto nel rendere visibile la lingua, nel ribellarsi così alla tirannia dello spirito del tempo.
L'apparente contraddittorietà che rende la scrittura effettivamente sospetta, può essere uno dei motivi per cui l'inventore è stato mitizzato dai suoi contemporanei.
La lingua udita viene resa visibile, è una documentazione "parlante"
*(L’espressione viene usata per indicare il linguaggio dei ruderi, dei monumenti e di tutti quei reperti – apparentemente «muti» chiamati ‘semiofori’(degli oggetti che non hanno utilità nel senso che è stato ora precisato, ma che rappresentano l'invisibile, sono cioè dotati di un significato; non essendo manipolati ma esposti allo sguardo, non subiscono usura (il muro o il vagone istoriato)che risultano essere preziosi per la storia da tramandare. A questo appare importante contribuito il passo evangelico di Luca (19,40), dove ai Farisei che invitano יְהוֹשֻׁעַ a rimproverare i discepoli perché lo hanno accolto con le parole «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» Cristo replica: «se costoro taceranno, i sassi lo proclameranno».
“SAXA LOQVNTVR”, dunque, è la pietra che parla, il frammento lapideo che indica il semioforo* per eccezione. È la materia che assurgendo a simbolo consolida il simulacro. Da quando l’uomo è comparso su questa terra, la pietra si è offerta come primo medium conoscitivo, è diventata lo schermo che può “realmente” rappresentare un mondo possibile, magicamente e in luce. La realizzazione dello stato di “sublimazione” fisica capace di spostarsi dalla pietra al suo più alto concetto, trasmesso da essa e che magicamente si propaga per diventare paesaggio, quindi, una dimensione vivibile, possibile e trasmissibile).
“Nella mitologia greca arcaica la creazione delle Lettere è affidata alla figura mortale di Cadmo, le lettere “∆ alfa, Ω omega...” designano ‘se stesse’ confermando il loro potere e valore fonetico per ogni singolo elemento. Le parole semitiche come “bue: Aleph, cammello: Gimel” possiedono significato, offrendo il loro acronimo alla lettura, mentre nel coevo alfabeto etrusco da cui si genererà formalmente il Latino-Romano le lettere assumono significato divino divenendo acronimi di divinità, , pronunciandone di ogni ‘parola’ la sola lettera iniziale, quali: Aplu (A): Apollo, Cupra (C): Venere, Fuflun ( Γ gamma) Dionisio.
Il suono si riveste della sua armatura-forma originaria: la lettera, come manifestazione del visibile nell’invisibile possiede un nuovo valore mistico. L’Alfabeto Cæleste è sia forma che suono.
La Lettera è ora 'oracolo divinatorio'.”
Coesistono due linee di sviluppo "storico-culturali": la scrittura pittografica o ideografica e la lingua,
e nel loro punto di incrocio avvenne il primo tentativo di vera
"scrittura", legata alla lingua. Da allora scrittura e lingua
procedono parallele.
Queste due linee di sviluppo "storico-culturali", scrittura pittografica o ideografica e lingua, loro punto di incrocio avvenne il primo tentativo di vera "scrittura", legata alla lingua. Da allora scrittura e lingua procedono parallele.
Partendo dall'idea di lettera come entità autonoma liberata, la mia ricerca ha proseguito attraverso un personale approccio spingendosi verso altri confini.
Nel 2013 misi per iscritto quella che è la mia filosofia di arte e di vita a cui diedi il nome di Epitoma Fvtvrismo Cæleste. Scelsi il termine Epitoma, perché in quello stesso periodo gli studi mi avevano condotto al testo del filosofo romano Vegezio autore della Epitoma Rei Militaris, scritti riguardanti le strategie belliche da lui concepiti a cui si ispirarono più alti condottieri del tempo e non solo.
Alle parole Fvtvrismo e Cæleste , inizialmente sostituì per poi ripristinarla in seguito, la lettera S con quello che comunemente è conosciuto come le esse del dollaro, quella decisione voleva condurre a una ricerca, ossia la $ quale creazione grafica dove sono incrociate diverse tradizioni di ispirazione Imperiale; un tempo per discernere le lettere dal valore alfabetico da quello numerale venivano tracciate da una o due aste orizzontali o verticali, cosicché S vale per la parola SESTERTIVM, valore monetario nell’antica Roma.
In continuità di relazione come scriba, così mantengo la verticalità tra cielo e terra, tra spiritualità e gesto scrittorio, il segno non è dell’uomo ma è cosa divina.
tradurre in segno la preghiera del figlio di Dio.
DIO creò sulle pagine dell’empireo il suo codice sul quale scriverci i nomi dei propri fedeli.
Creando il Firmamento, DIO decise di comporre il primo foglio parlante sull'ottava delle nove sfere della volta celeste, dinanzi all’Empireo, il CODEX PRIMVS, creando le proprie Lettere da quel rosario di stelle donando all'uomo le proprie 3 armi-elementi-forma da cui vennero plasmati gli Elementi-Lettera:
1) La cuspide ➤ che formerà la freccia ➙ ’ per poter dare corpo alle sue LITTERÆ-SIGNVM. Vennero chiamate con il nome di 'cuneiforme' per descrivere la scrittura sviluppatasi nel Vicino Oriente Antico.
Chiamata anche ∆ Delta, l’Assoluto nella sua completezza, emblema del principio costruttivo di tutti gli organismi, triangolo di Salomone, il verbo perfetto poiché suppone un principio intelligente, principio parlante e principio parlato; colui che per mezzo della parola-lettera crea un terzo sé stesso. Trinità di tutte le cose, il mistero fondamentale dell’iniziazione intellettuale.
Attraverso l’uso della freccia quale simbolo sacro, si generava un rito propiziatorio prima di intraprendere qualsiasi azione bellica, questa pratica divinatoria è chiamata “belomanzia”.
Un ulteriore valore si rivela nell'analogia simbolica tra la freccia-lancia derivata dalla cuspide con il simbolo paleocristiano della palma, simbolo di vittoria e di trionfo. Plinio attesta che fu consegnata a Roma per la prima volta nel 586 a.C. dopo una vittoriosa battaglia. I Cristiani tracciarono la palma sui sepolcri per indicare le vittorie riportate dai defunti, in particolare dai martiri (Dis Manibvs), che, per la loro fede sacrificarono la vita, ad essi Tertulliano dedica nel suo “Apologeticvm”, AP 7,9: “Spetta in modo speciale l’onore della palma”.
La freccia deve obbedire alla lettera, è la freccia che segue la lettera. L'elemento-arma-freccia é impiegata in modalità 'tiro diretto', per questa ragione che una composizione non può concedere un utilizzo sregolato di questo suo elemento, ne destabilizzerebbe l’equilibrio della lettera stessa e di tutta l’intera formazione scrittoria.
L’uomo ne circoscrisse i confini, decretando che il sacro simbolo-logos potesse solamente percorrere una delle due direzioni, così rivolgendo la cuspide del Sagittario ♐ verso Oriente là dove splende Venere e sorge il Sole o verso Occidente ove la Luna vi riposa.
I grafemi un tempo scritti dal basso verso l’alto alla fine del protodinastico effettuano una rotazione di 90°gradi appoggiandosi su di un lato, esempio lo è la: E “He”, erettasi in verticale, o sui 180° capovolgendosi, la A "Aleph".
Nel Fvtvrismo Cæleste ogni elemento-lettera è così composto in tre parti: valore fonetico che suggerisce la sua reale pronuncia, il valore pittografico a propria rappresentazione immaginifica, ed il valore determinativo per la lettura nel corretto senso di scrittura, direzione questa data dalla cuspide del simbolo:
sagitta -}-->.
Il Tutto è nella Lettera, nel suo numero, nel suo suono, grazie alla sua rico-struttura- ri-forma-nome si oggettivizza la forza. Per questa ragione che tutto il reale si fonda su queste combinazioni originarie con le quali DIO ha generato il movimento del linguaggio. L’Alfabeto ed i suoi Elementi-Lettera possiedono il perché dell’essere.
< DVBITANDO QVIPPE AD INQVISITIONEM VENIMVS - INQVIRENDO VERITATEM PERCIPIMVS >
Una cuspide in direzione destra come simbolo della centuria, anche usato per alludere al grado di centurione (>), il Theta nigrum (θ), così chiamato, è un segno convenzionale utilizzato nell'epigrafia latina per indicare il decesso della persona nominata (nel caso di una epigrafe funeraria) oppure raffigurata (anche nei rilievi dei gladiatori): un theta greco (θ), iniziale della parola θανατος (= morte), o anche il segno della O barrato (ø), con il significato di obit (morì).
2) Il sator o quadrato (rigore, difesa): "CLAVSTRVM SINE ARMARIO EST QVASI CASTRVM SINE ARMAMENTARIO"
3) Il clipevs o cerchio - nimbo (difensiva), lo scudo, simbolo per il paradiso, il cielo, la forma perfetta per eccellenza, il Sole, astro luminoso biblicamente creato al principio perché presiedesse il giorno, dissipa le tenebre e illumina le intelligenze; la Luna, appare nel quarto giorno designata a presiedere la notte e per far distinguere i tempi, è l'immaginazione che ammanta le idee.
Dal Neolitico si svilupperà la simbologia dei segni zodiacali da cui le 2 prime lettere ieratiche cosmiche: la O, il simbolo della spirale Ҩ, la lettera M.
L’uomo in principio non poté leggere dal criptico abbecedario cosmico. Alla sua Origine il segno scrittorio procedeva seguendo una multi-direzionalità secondo un anti-regola come lo stesso ragionamento da cui era emerso, tracciati irregolari generando una propria linearità stratificata, la scrittura proseguì poi seguendo un ordinamento chiamato ‘bustrofedico’ ossia il tracciato percorso dall'aratro trainato dal bue (elemento-lettera: Aleph) che semina la Terra sua stessa generatrice.
La stesura dei grafemi nella sua espressione simbolica viene sottoposta alla forza di quattro fondamentali vettori: alto-basso, sinistra-destra. Lo scriptor a seconda della propria storia personale in rapporto con l'esterno, frutto di una combinazione biologica e culturale proietta attraverso i propri elementi-lettera sé stesso, occupando e privilegiando nello spazio scrittorio quelle aree: alto-basso e sinistra-destra.
La sinistra, come significato simbolico del principio, l’Io, l'origine, il passato, la tradizione, la famiglia; appartiene alle scritture proto-cananee o proto-dinastiche.
La destra assume al contrario, i significati simbolici del Tu, del futuro, del mondo esterno, degli altri, l’ignoto; caratteristica del mondo occidentale la grafia con direzione destrorsa ossia verso l'esterno, l'espandersi, l'irradiare amore, la conquista, il dominio, il potere.
Questo concerne la tendenza generale della narrazione, ma nel gesto scrittorio coesistono movimenti sia verso destra che verso sinistra, dal basso verso l'alto e viceversa che nella loro alternanza determinano ad esempio la presenza di forme curve e ampie, di tracciati centrifughi o centripeti, la creazione del quadrato, del cerchio e del triangolo-cuspide entro quali forme si genereranno le coordinate degli elementi-lettera.
I popoli un tempo, conoscevano la coesione attraverso la scrittura, quel tempo ebbe breve vita.
prima che la distruzione babelica ebbe atto, una era la lingua ed una la scrittura affidataci.
compiuta la profezia e abbattuta la Torre le Lettere si mischiarono nelle forme e nei suoni.
L’alfabeto prese forma con una dichiarazione di guerra, nel punto di incontro tra il cuneiforme assiro-babilonese e i geroglifici egizi ad opera degli scriba (Thot, conosciuto come l’inventore dei geroglifici; questi, chiamati: medu-neter, le parole di DIO, perché rendono visibile ciò che non lo è), come risultato del conflitto egizio-ebraico derivato dalla volontà degli ebrei di rispettare un comandamento mosaico, dal primo decalogo biblico: ‘Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose. (Esodo 20, 2, 3)’.
E così che la spiritualità permeò gli elementi della scrittura “Vinča” proveniente dai Balcani (5500 a.C.), più tardi prese forma la sillabica lineare con il cuneiforme, trasferendosi nell’eloquenza fenicia, ancora nell'eleganza greca, passando per la rappresentazione etrusca, giungere poi alla rigorosa epigrafica imperiale e infine con la riappropriazione della sua sacralità nell'Alfabeto Cæleste.
Il Fvtvrismo Cæleste restituisce conoscenza là dove conoscenza fu esiliata.
Il Concilio di Nicea del 325 d.C. sancisce definitivamente la duplice natura divina e umana di Cristo: "il Verbo si è incarnato in un uomo, Dio si fa uomo e si rende visibile in fattezze umane”, stabilisce che divenissero figurativamente rappresentabili.
A partire dal sec.III al sec.IV e V, le catacombe si rivestono interamente di affreschi con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, immagini di Cristo, dei martiri e con immagini simboliche.
Le Lettere Celesti vogliono rivendicare l’unità ontologica del segno grafico della Lettera che è significato e significante.
Le lettere possiedono propri anticorpi per difendersi. La Lettera è uno sguardo rubato alla parola.
Le Lettere liberate ora si stagliano sulla seconda, terza, quarta e quinta dimensione.
Il ‘Nome-Elemento-Lettera Caeleste’ è l’archetipo, il mio destino, è la mia arma e il mio scudo. Come lo scriverò così altrettanto vivrò. Se finissi mai di creare le parole il mio Nome-Elemento-Lettera non cesserebbe di esistere.
Il Fvtvrismo Cæleste inizia la Santa Expeditio Scriptvram.
Gesù prima di pronunciare le parole: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra» le scrisse con il proprio dito sulla terra, ma i farisei e gli scribi non furono in grado di decifrare perché le sue ‘Litteræ Cælestes’, ad essi apparivano incomprensibili. Al Cristo viene riconosciuta indubbiamente una capacità orale come profeta ma non viene mai affrontato il tema che Lui scriveva e che naturalmente leggesse, tutto questo per fare in modo che la rappresentazione iconografica irrompesse nella tradizione artistico-espressiva che da quel momento andava delineandosi. L’arte della scrittura ha sempre incontrato sulla propria strada innumerevoli ostacoli ma non per questo ha interrotto il proprio processo di continua Evoluzione. Il Fvtvrismo Cæleste si impone attraverso la propria Conoscenza e decreta ufficialmente che la definizione ‘scrivere’ appartiene solamente a coloro che si riflettono nel ruolo di ‘Contemporanei scriba’.
La scrittura è totalità, la scrittura è innanzitutto Elementi-Lettera ma anche poesia, musica, pittura. La scrittura è magia, la scrittura è energia cosmica, è l’impronta primordiale, è DIO che vuole comunicare con noi e perciò ci fornisce il mezzo con cui poterlo fare e lo fa attraverso le Sue Litteræ, ma ad una precisa condizione, che si debba prima imparare a leggere dalla Sua volta. Il gesto della scrittura è un rito spirituale, mantra universale proiettato sulla quinta dimensione, Il Dvbsar Cæleste è l’uomo-medicina della tribù degli uomini.
Attraverso le Lettere ci viene concesso di creare una comunicazione diretta con il nostro passato e di poterci proiettare verso il futuro, non esiste oscurità che possa ingannare lo scriptor nel preciso atto di composizione della sua sentenza. Le Lettere sono il più prezioso dono che ci è stato fatto dopo la vita proprio perché ci permette di entrare in dialogo con l'Immagine stessa.
La Lettera nasce nella notte da un incantesimo divino, lascia la sua ombra sulle pareti di una grotta e sulla terra per poi volare via di ritorno verso l’Empireo. Nell' Elemento-Lettera Cæleste è racchiuso il suono e la melodia che ognuna delle diverse terre le ha assegnato, insieme dominano sul tempo che scorre e sull'alba che sorge.
Nell'era paleocristiana le catacombe scavate nelle profondità della roccia, definite dai pagani con il nome di NECROPOLI, città dei morti, non erano un luogo di fuga, ma il luogo di attesa della Resurrezione, il "dies natalis.
Le Lettere, quindi, illuminatesi alla luce, in terre diverse ma sotto la stessa volta celeste. La loro genesi risiede nell'alto dei cieli, e da quelle stesse viscere che riemergeranno, da quello stesso ‘Inferno’.
Il Fvtvrismo Cæleste libera dagli oscuri ipogei delle metropoli riportandole in superficie le Litteræ, che hanno due specifiche funzioni: la prima, pratica, combattere ogni tipo di plagio e, quindi salvaguardare lo stile; l’altra, ideologica, donare un’aura sacrale (LVX AVR) e prestigiosa all’esercito delle Lettere di coloro che scrivono l’ININTELLIGIBILE.
La scrittura è sacra, la scrittura è letteratura, il Fvtvrismo Cæleste ripristina il legame che intercorre tra atto scrittorio e lettura, il valore fonetico di ogni singolo Elemento-Lettera Cæleste è altresì importante quanto lo è la sua struttura-forma donandogli luce e stabilità, lo scriptor non può mancare di essere ‘Litterato’. L’Elemento-Lettera si unisce fondendosi con uno o due dei restanti dando origine alla sillaba, la quale saldandosi con altre formerà il ‘Nome-Honorvm Nomis'’.
Si rende necessario ricomporre la frattura tra Lettere e Letteratura, Il Fvtvrismo Cæleste si pone in continuità con il mondo classico e antico cosicché la freccia del tempo scorra verso il fvtvro.
Letteratura e scrittura si fondono in un’unica pratica, d’ora innanzi il valore strutturale diviene unica entità con il proprio valore fonetico.
Ripristinare il legame tra oralità e scrittura, tra letteratura e scrittura, tra linguaggio e scrittura, in questo modo si preserverà la sacralità nell'arte dell’evoluzione della Lettera.
L’Alfabeto Cӕleste attesta che la memoria del segno non si perde nell'oscurità della morte, ma affiora fedele nell'immaginario del dubsar (demiurgo scriba), riflesso degli infiniti sentieri del cielo.
Nell’Alfabeto Cæleste ogni lettera è densa di significati e sfumature non rintracciabili in una scrittura alfabetica canonica.
Il valore ontologico della Lettera sta nella sua interezza.
"I nomi e la loro esattezza, sono per natura e non per convenzione"
(tesi di Cratilo)
Nel Fvtvrismo Cæleste ogni singolo Elemento-Lettera incorpora legami cosmologici e mitologici ricchi di un proprio significato-significante contrapponendosi perciò all'insignificato e all'insignificante, e particolari sfumature che non è possibile ricavare da scritture alfabetiche canonizzate. Le Lettere Cælesti sono la forma sacrale scrittoria. Quando ci apprestiamo a scrivere contemporaneamente leggiamo e siamo in grado di ascoltare la voce narrante in noi, questo è l'atto della recitazione-lettura-scrittura.
“Colui che scrive con la sola mano risiede al livello inferiore, colui che scrive con il braccio appartiene a quello superiore, ma nessuno può confrontarsi con colui il quale scrive con il proprio cuore”.
©FLYCAT
MMXIII-MMXXV
For Inquiries: info@flycatarte.com
© FLYCAT Y1
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